PROMUOVERE L’APPRENDIMENTO INCLUSIVO COINVOLGENDO GIOVANI E MEDIATORI ATTRAVERSO UN PROCESSO CREATIVO.

Noi di Simpl4all crediamo che non siano i mezzi dell’educazione speciale ad essere speciali, ma le persone stesse!

Linguaggio e funzioni esecutive

Il legame bidirezionale tra lo sviluppo delle abilità linguistiche e le capacità di memoria, attenzione, inibizione e pianificazione

Il linguaggio è una capacità umana che ci permette di comunicare, pensare e apprendere.

Per capire le parole che senti o leggi, devi stare attento e non distrarti. Devi anche ricordare le cose importanti. Devi essere flessibile per capire il senso delle parole nuove o delle cose che non sai. Devi controllarti per non perdere il filo e per essere sicuro di aver capito bene. Se hai problemi con queste cose, puoi avere difficoltà a fare cose come seguire le istruzioni, capire quello che leggi e parlare con gli altri.

Per parlare devi pensare a quello che vuoi dire e a come dirlo. Devi ricordare le cose importanti e metterle in ordine. Devi controllarti per non andare fuori tema e per cambiare modo di parlare se vedi che non ti fai capire. Se hai problemi con queste cose, puoi avere difficoltà a raccontare le cose o a fare i compiti in modo chiaro e bello.

Per stare con gli altri devi sapere come comportarti in base al posto dove sei (tranquillo in biblioteca, attivo al parco, senza arrabbiarti se perdi un gioco), capire quando fai arrabbiare gli altri e giocare o lavorare bene con gli altri. Devi essere flessibile per capire cosa pensano gli altri e per ascoltare i loro punti di vista. Devi ricordare le cose che dicono gli altri per parlare con loro.

Per sviluppare e usare il linguaggio in modo efficace, abbiamo quindi bisogno di altre abilità cognitive chiamate funzioni esecutive (FE). Le FE sono un insieme di processi che ci consentono di pianificare, controllare, monitorare e regolare il nostro comportamento in base agli obiettivi, al contesto e alle situazioni nuove o complesse.

Le FE sono coinvolte nello sviluppo del linguaggio fin dai primi anni di vita. Infatti, i bambini che mostrano difficoltà nelle FE tendono ad avere anche ritardi o disturbi del linguaggio. Alcune componenti delle FE che influiscono sul linguaggio sono:

  • L’attenzione, che ci permette di focalizzarci sugli stimoli linguistici rilevanti e ignorare quelli irrilevanti.
  • La memoria di lavoro, che ci permette di mantenere e manipolare le informazioni linguistiche a breve termine, come le parole o le frasi che ascoltiamo o produciamo.
  • La pianificazione, che ci permette di organizzare il nostro discorso in modo coerente e adeguato al destinatario e allo scopo comunicativo.
  • L’inibizione, che ci permette di sopprimere le risposte linguistiche inappropriate o irrilevanti, come le parole sbagliate o le interruzioni.

Le FE non solo influenzano lo sviluppo del linguaggio, ma anche le successive abilità di lettura e scrittura. Infatti, per imparare a leggere e scrivere, i bambini devono essere in grado di:

  • Prestare attenzione ai segni grafici e ai suoni che li rappresentano.
  • Memorizzare le regole ortografiche e grammaticali.
  • Pianificare il testo in base al genere, al tema e al pubblico.
  • Inibire le distrazioni e gli errori.

Le difficoltà nelle FE possono quindi portare a difficoltà nella comprensione e produzione orale, portando a disturbi del linguaggio, e scritta, come la dislessia o la disgrafia.

Attenzione

Per sviluppare e usare il linguaggio, bisogna essere in grado di prestare attenzione ai suoni, alle parole, alle frasi, al contesto e al destinatario della comunicazione. L’attenzione permette di selezionare le informazioni linguistiche pertinenti e di elaborarle a breve e lungo termine.

Il linguaggio, a sua volta, può influenzare l’attenzione e la percezione della realtà. Infatti, il modo in cui una lingua codifica i concetti può determinare il modo in cui le persone li categorizzano e li ricordano. Ad esempio, le lingue che hanno diversi termini per i colori possono facilitare la discriminazione delle sfumature cromatiche. Le lingue che usano diverse modalità per esprimere il tempo possono influenzare la rappresentazione mentale degli eventi passati e futuri. Il linguaggio può anche modulare l’attenzione emotiva, cioè la tendenza a focalizzarsi sugli stimoli emotivamente rilevanti.

Immagina di essere in una situazione di pericolo, come un incendio o un terremoto. Se qualcuno ti dice “calmati”, “non avere paura” o “tutto andrà bene”, probabilmente non riuscirai a ridurre il tuo stato di ansia e panico. Al contrario, se qualcuno ti dice “segui le istruzioni”, “esci da qui” o “chiama i soccorsi”, probabilmente riuscirai a focalizzare la tua attenzione sulle azioni da compiere per uscire dalla situazione di pericolo.

Questo esempio mostra come il linguaggio possa influenzare l’attenzione emotiva, cioè la tendenza a focalizzarsi sugli stimoli emotivamente rilevanti. Il linguaggio può infatti modulare l’attenzione emotiva in due modi:

  • Amplificando l’attenzione emotiva, quando si usano parole che richiamano o enfatizzano le emozioni negative, come “paura”, “pericolo” o “disastro”.
  • Riducendo l’attenzione emotiva, quando si usano parole che distraggono o attenuano le emozioni negative, come “azione”, “soluzione” o “aiuto”.

Il linguaggio può quindi avere un effetto regolatore sulle emozioni, facilitando o ostacolando la gestione delle situazioni stressanti.

Memoria di lavoro

Per sviluppare e usare il linguaggio, bisogna essere in grado di usare la memoria di lavoro per:

  • Memorizzare le parole, le frasi, le regole grammaticali e ortografiche che si ascoltano o si producono.
  • Integrare le informazioni linguistiche con le conoscenze pregresse e il contesto comunicativo.
  • Pianificare e organizzare il discorso in modo coerente e adeguato al destinatario e allo scopo comunicativo.
  • Monitorare e correggere gli eventuali errori o ambiguità del linguaggio.

Il linguaggio, a sua volta, può influenzare la memoria di lavoro e le sue componenti. Infatti, il modo in cui una lingua codifica i concetti può determinare il modo in cui le persone li memorizzano e li elaborano. Ad esempio, le lingue che hanno diversi termini per i colori possono facilitare la memorizzazione delle sfumature cromatiche. Le lingue che usano diverse modalità per esprimere il tempo possono influenzare la memorizzazione degli eventi passati e futuri. Il linguaggio può anche modulare la capacità di inibire le informazioni irrilevanti o interferenti, che possono ostacolare la memoria di lavoro.

Pianificazione

Per sviluppare e usare il linguaggio, bisogna essere in grado di usare la pianificazione per:

  • Organizzare il proprio discorso in modo coerente e adeguato al destinatario e allo scopo comunicativo.
  • Prevedere le possibili reazioni del ricevente e adattare il proprio linguaggio di conseguenza.
  • Gestire le eventuali difficoltà o imprevisti che possono sorgere durante la comunicazione.
  • Monitorare e valutare l’efficacia del proprio linguaggio e apportare le modifiche necessarie.

Il linguaggio, a sua volta, può influenzare la pianificazione e le sue strategie. Infatti, il modo in cui una lingua codifica i concetti può determinare il modo in cui le persone li organizzano e li trasmettono. Ad esempio, le lingue che hanno una struttura sintattica flessibile possono facilitare la pianificazione del discorso. Le lingue che usano diversi modi per esprimere la causalità o la temporalità possono influenzare la pianificazione delle azioni. Il linguaggio può anche modulare la capacità di selezionare le informazioni rilevanti o irrilevanti, che possono ostacolare o facilitare la pianificazione.

Inibizione

Per sviluppare e usare il linguaggio, infatti, bisogna essere in grado di usare l’inibizione per:

  • Sopprimere le parole o le espressioni irrilevanti o scorrette che possono interferire con il messaggio da trasmettere.
  • Sopprimere le distrazioni o gli stimoli che possono ostacolare la comprensione o la produzione del linguaggio.
  • Sopprimere le emozioni negative o eccessive che possono alterare il tono o il contenuto del discorso.
  • Sopprimere le risposte automatiche o premature che possono compromettere il dialogo o la negoziazione.

Il linguaggio, a sua volta, può influenzare l’inibizione e le sue strategie. Infatti, il modo in cui una lingua codifica i concetti può determinare il modo in cui le persone li selezionano o li sopprimono. Ad esempio, le lingue che usano diversi modi per esprimere la negazione o la modalità possono influenzare l’inibizione delle affermazioni false o improbabili. Il linguaggio può anche modulare la capacità di inibire le informazioni emotive, che possono ostacolare o facilitare la comunicazione.

Linguaggio semplificato e funzioni esecutive

Le FE continuano a svilupparsi fino all’età adulta, in parallelo con la maturazione cerebrale. Un buon livello di FE favorisce lo sviluppo del linguaggio, mentre un buon livello di linguaggio favorisce lo sviluppo delle FE.

Per questo motivo, è importante valutare e stimolare sia le FE che il linguaggio nei bambini e negli adolescenti che presentano difficoltà in queste aree. Quando sono presenti difficoltà linguistiche può essere utile semplificare il linguaggio.

Il linguaggio semplificato è una modalità di comunicazione che usa parole e frasi semplici, chiare e dirette, per facilitare la comprensione e la produzione del linguaggio da parte di persone con difficoltà linguistiche. Il linguaggio semplificato può essere utilizzato per migliorare le difficoltà nelle funzioni esecutive delle persone con difficoltà linguistiche in diversi modi, tra cui:

  • Migliorando la memoria di lavoro, cioè la capacità di mantenere e manipolare le informazioni a breve termine, necessarie per svolgere compiti cognitivi complessi. Il linguaggio semplificato riduce il carico cognitivo e la necessità di usare l’inibizione per sopprimere le informazioni irrilevanti o interferenti che possono ostacolare la memoria di lavoro. Alcuni studi hanno mostrato che il linguaggio semplificato può facilitare la memorizzazione di parole o frasi, riducendo il numero di sillabe o fonemi da ricordare.
  • Migliorando la pianificazione e l’organizzazione del discorso, cioè la capacità di organizzare il proprio comportamento in base agli obiettivi, al contesto e alle situazioni nuove o complesse. Il linguaggio semplificato facilita la pianificazione e l’organizzazione del discorso, usando una struttura sintattica lineare e coerente, evitando subordinate, passivi, negazioni o modalità complesse.
  • Migliorando la comprensione e la produzione del linguaggio, cioè la capacità di usare simboli sonori e grafici per comunicare, pensare e apprendere. Il linguaggio semplificato facilita la comprensione e la produzione del linguaggio, usando parole familiari e concrete, evitando termini astratti, tecnici o ambigui, spiegando i concetti difficili con esempi o immagini.
  • Migliorando la flessibilità, la regolazione emotiva e il dialogo, cioè la capacità di sopprimere o controllare le risposte impulsive o inappropriate e generare risposte mediate dall’attenzione e dal ragionamento. Il linguaggio semplificato facilita la regolazione emotiva e il dialogo, usando parole positive e incoraggianti, evitando parole negative o critiche, ascoltando attivamente e dando feedback.

Misure e compensazione

Il linguaggio semplificato può essere usato in diversi contesti, come la scuola, la famiglia, la terapia o il lavoro, per favorire lo sviluppo e l’apprendimento delle persone con difficoltà linguistiche.

Esistono diversi strumenti di valutazione e materiali operativi per potenziare le FE e il linguaggio, sia in ambito clinico che scolastico. L’obiettivo è di migliorare la qualità della vita e l’autonomia degli individui con disturbi del linguaggio e delle FE.

Per misurare le funzioni esecutive rilevanti per il linguaggio e per migliorarle e compensare in ambito clinico o scolastico, si possono usare diversi strumenti, tra cui:

  • Test neuropsicologici che valutano le diverse componenti delle FE, come l’attenzione, la memoria di lavoro, la pianificazione e l’inibizione. Alcuni esempi di test sono il Test of Everyday Attention for Children (TEA-Ch), il Digit Span e il Backward Digit Span, la Tower of London, il Stroop Test e il Go/No-Go Task1.
  • Materiali operativi che stimolano le FE e il linguaggio attraverso schede, attività e giochi per allenare l’attenzione, la memoria di lavoro, la pianificazione e l’inibizione, o giochi comuni come Taboo o Memory.
  • Strumenti dispensativi e compensativi che aiutano gli studenti con difficoltà nelle FE e nel linguaggio a svolgere i compiti scolastici. Alcuni esempi di strumenti sono le tabelle riassuntive, le mappe concettuali, le liste di controllo, le agende, i calendari, i promemoria, i registratori vocali, i computer e i tablet. Questi strumenti possono facilitare l’organizzazione, la memorizzazione, la comprensione e la produzione di informazioni linguistiche.

Bibliografia

  1. What is Executive Functions?
  2. Executive Function Skills & Language
  3. The Relationship Between Executive Functions and Language Abilities in Children: A Latent Variables Approach
  4. The Directionality of the Relationship Between Executive Functions and Language Skills: A Literature Review
  5. Exploring the interaction of executive function and language processing in adult cognitive-communication disorders

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